MALATI DI NIENTE. Manuale minimo di sopravvivenza psichiatrica

malatidinienteNon esiste categoria di esseri umani che abbia collezionato più ragioni e subito più torti delle vittime volontarie (e involontarie) della psichiatria. Non esiste disciplina che abbia perseverato nei propri errori e difeso i suoi orrori come l'(incon)scienza psichiatrica. Eppure siamo ancora qui, aldilà di ogni logica, buon senso o umanità, a discutere se dare credito e ragione ai primi, oppure lasciare che gli psichiatri continuino ad usare (e abusare) di loro.

Per decidere se esista o meno una malattia che colpisce la mente degli individui e li fa sragionare, abbiamo due strade. Individuarne le cause organiche, i processi biochimici, le disfunzioni, che producono queste trasformazioni incantate e/o inquietanti nelle persone che ne sono affette; oppure raccogliere le testimonianze e le richieste di aiuto delle persone che ne avvertono i sintomi e se ne sentono aggredite. La psichiatria non ha mai ottenuto nessuna delle due prove. Tant’è che ha dovuto elaborare il concetto di “non coscienza di malattia”, facendolo assurgere a sintomo chiave della malattia mentale, annullando il confronto con l’esperienza e la volontà dei pazienti e facendo così a meno del loro consenso.

Si è ‘malati di mente’ per il solo fatto di dichiarare di non esserlo. Si ha bisogno di cure per il solo fatto di rifiutarle. Tutto viene stravolto nella logica psichiatrica. Tutto ci viene rivoltato contro. Malati (e incoscienti di esserlo) erano quegli uomini e quelle donne che hanno lottato fino all’ultimo istante per non farsi lobotomizzare da altri uomini e donne sane (e coscienti di farlo). Malati (e incoscienti di esserlo) coloro che si ribellano ai vigili urbani che li conducono forza nei reparti, agli infermieri che li legano al letto o agli psicofarmaci che li rendono larve. Non c’ è niente in ciò che gli psichiatri fanno che assomigli ad un tentativo di dare risposta ad una malattia. Il loro scopo sembra essere convincere se stessi, la società e, soprattutto, i loro pazienti che sono ‘malati’ e che hanno bisogno delle loro ‘cure’. A ben guardare la maggiorparte delle parole che si usano in psichiatria (le cosiddette psicoterapie di sostegno, individuali o di gruppo), servono a convincere le persone della necessità che accettino le terapie senza opporre resistenza.

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