LA LIBERTA’ NON E’ TERAPEUTICA. I diritti della/alla follia a 40 anni dalla legge 180

frontevolantinoA 40 anni dall’emanazione delle legge 180, una lettura critica e controcorrente di quella che è passata alla storia come la rivoluzione basagliana che ha chiuso i manicomi.
Mostreremo come la logica manicomiale sia, non solo sopravvissuta a tale “rivoluzione”, ma si sia potenziata estendendo il controllo della psichiatria ad ogni aspetto della vita delle persone che ne subiscono le diagnosi e i trattamenti.
Le cosiddette “buone pratiche” in psichiatria, frutto delle concessioni di operatori illuminati, riproducono interamente la logica dell’invalidazione del punto di vista dell’altro e del misconoscimento del suo diritto fondamentale di scelta terapeutica, ivi compreso il diritto al rifiuto delle cure riconosciuto a tutti gli altri cittadini non diagnosticati.
Del resto tutte le “cattive pratiche” della psichiatria, prima di essere considerate tali, sono state salutate come innovative e necessarie per la tutela della salute di chi vi era sottoposto.
Se le persone avessero avuto (o avessero) la libertà di scegliere se e come “curarsi”, i manicomi non sarebbero mai esistiti e le pratiche violente e invasive che ivi si praticavano (e si continuano a praticare nei reparti psichiatrici post riforma) non sarebbero rimaste impunite.
Se l’internamento manicomiale veniva salutato come un mezzo necessario a garantire la società dal folle, il trattamento sanitario obbligatorio (TSO) oggi viene riproposto come istituto di tutela del diritto alla salute degli individui.
Tutto è cambiato perché niente cambi.
La riforma psichiatrica ha chiarito come il vero oggetto della psichiatria non è la “malattia mentale” (di cui ad oggi non ha provato l’esistenza) ma la “libertà” individuale. La psichiatria si appropria della libertà di scelta delle persone che vengono affidate/abbandonate al suo arbitrio, sostituendole
“La libertà è terapeutica” slogan caro al movimento che ha promosso la legge 180, in realtà, al di là dell’enfasi solo apparentemente libertaria che lo ispira, significa che la libertà è una terapia, anzi “la” terapia elettiva della psichiatria senza manicomio.
Essa, come ogni altro rimedio terapeutico, va dosata, adattata all’individuo e concessa sotto stretto controllo medico. Non è più un diritto fondamentale, esigibile da parte dell’individuo, ma diventa oggetto delle prerogative e del sapere/potere psichiatrico.
Ecco che i fautori della legge 180, della contrattazione e dell’alleanza terapeutica, non tengono in alcun conto il fatto he le persone possano essere libere di rifiutare il loro “aiuto”.
Come per i loro predecessori manicomiali, per loro esiste un solo e unico diritto: il diritto alla cura (alla “loro” cura qualsiasi essa sia).
Da oltre un trentennio il Comitato Iniziativa Antipsichiatrica opera per smascherare la mistificazione della buona psichiatria e per fornire strumenti concreti di autodifesa personale e collettiva dagli interventi psichiatrici coatti.
Il convegno raccoglie queste esperienza teorico-pratica, rileggendo l’immaginario e la narrazione della riforma psichiatrica ed esplorando proposte concrete di tutela giuridica e sociale delle vittime del sistema psichiatrico.

LA LIBERTA’ NON E’ TERAPEUTICA
i diritti della/alla follia a 40 anni dalla legge 180

VENERDI 18 MAGGIO 2018 ore 9.00/19.00
ex manicomio Mandalari –  Messina

programma

 

sessione mattutina

ore 09.00   registrazione partecipanti

ore 09.30   La libertà non è terapeutica. Il mito delle buone pratiche in psichiatria
                         Giuseppe BUCALO (Presidente associazione Penelope – Soccorso Viola)

ore 10.30  Il rifiuto delle cure psichiatriche: una proposta di riforma del TSO
                        Michele CAPANO (Radicali Italiani)

ore 11.30  dibattito

ore 13.00 chiusura sessione mattutina

 

sessione pomeridiana

ore 15.00  Tavola rotonda

La Delibera di indirizzo del Comune di Messina n. 172 del 27/03/2018. La tutela dei  diritti delle persone sottoposte a TSO
intervengono:
F. Alagna (assessore alla Cultura Comune di Messina)
A. Ciraolo (Direttore DSM Asp Messina)
C. Ferlisi (Comandante Corpo Polizia Municipale Comune di Messina)
D. Zaccone (Direttore Dipartimento Politiche Sociali)
G. Bucalo (Presidente associazione Penelope – Soccorso Viola)

ore 17.30   dibattito

ore 19.00  chiusura convegno

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