DISIMPARARE LA NORMALITA’ – Sentire le Voci – Guida all’ascolto
«E coloro che furono visti danzare,
vennero giudicati pazzi
da quelli che non potevano sentire la musica»
Friedrich Nietzsche
Questo libro è una guida per non udenti. Persone che, non essendo capaci e in grado di sentire e apprezzare la musica, hanno il potere di definire il ballo come un’espressione patologica o una perversione demoniaca, e di impedire agli altri di ballare.
Io lo sono stato e, in parte lo sono ancora, pur essendo diventato negli anni un “non udente consapevole”.
La nostra non è, infatti, una sordità congenita o naturale, come ci si fa credere (e noi stessi crediamo). Ma una sordità indotta, attraverso un addomesticamento dei sensi e delle percezioni, mirato a farci sentire e vedere solo ciò che è funzionale a costruire (e a perpetuare) la realtà così come la conosciamo.
Nonostante la percezione del mondo e di noi stessi sia profondamente cambiata nell’arco del tempo e si presenti, tutt’oggi, con declinazioni diverse a latitudini diverse, continuiamo a pensare che la realtà condivisa sia l’unico reale e concreto mondo possibile e il nostro modo di essere l’unico sano e possibile.
Udire voci che altri non avvertono è un’esperienza universale, presente in ogni cultura e in ogni epoca storica. Potremmo dire che essa è congenita e naturale, al pari della “sordità” dei non udenti.
Tutti i modi di percepire, di pensare e essere sono possibilità umane. Stare dalla parte della normalità o della follia, della realtà o dell’illusione, non deriva dalla sensatezza o verificabilità delle nostre argomentazioni, ma dal potere che abbiamo di condividerle/imporle ad altri.
Chi sente le voci non vive “fuori” dal mondo, ma semmai fuori dalla realtà condivisa. Una realtà, anche questa, eterodiretta dove di norma prendiamo ordini e ubbidiamo ad altri, riconoscendone o subendone il potere. L’uditore di voci appare “sordo” agli ordini che vengono impartiti dalle autorità (realtà) costituite e per ciò stesso, nel nostro immaginario, costituisce un pericolo, un essere imprevedibile e indecifrabile che, non condividendo il nostro piano di realtà, è capace di qualsiasi cosa.
Sentire voci, così, seppur in maniera involontaria, è un atto rivoluzionario.
Sono portato a credere, di fatti, che gli uditori di voci siano controllati e puniti con la sedazione chimica, l’isolamento sociale o la contenzione fisica, perché rei del reato di “lesa realtà”. Al pari dei primi martiri cristiani, essi obbediscono a entità e ad un ordine che è altro da quello vigente, sottraendosi alle leggi penali, a quelle della fisica e della morale.
Si fa passare così l’idea che l’intervento repressivo nei confronti degli uditori di voci sia necessario per aiutarli a riprendere il controllo delle loro azioni, mentre in realtà il vero obiettivo è riprendere il controllo su di loro.
La psichiatria non è impegnata in una battaglia per la salute dei suoi assistiti involontari, ma in una guerra per prendere il controllo della loro esistenza e del loro pensiero. Fa impressione come, di fronte all’evidenza delle pratiche che la psichiatria ha messo in campo, si definisca ancora, con evidente superficialità e leggerezza, pensiero “paranoico” (e quindi “malato”) il convincimento di chi ritiene di essere controllato, vessato, avvelenato dai suoi psichiatri.
Storicamente, tecnicamente (e concretamente) è così. Eppure ancor oggi coloro che di volta in volta abbiamo definito carcerieri, aguzzini, abusanti, godono, di norma, di tutto il rispetto e la credibilità sociale che non è riconosciuta alle loro vittime.
Oltre ad essere “sordi”, siamo senz’altro anche “ciechi”, ma tale condizione, come si diceva in premessa, non è congenita, ma acquisita e, come tale, può essere disimparata.
Questo libro è una guida per disimparare la normalità.